Nei periodi piovosi, la Peronospora è la malattia fungina più insidiosa per il pomodoro. È particolarmente temibile in primavera e autunno e più pericolosa nelle coltivazioni di campo aperto, rispetto a quelle di serra. Distrugge rapidamente le piante (figura 1), colpendo prima le foglie (figura 2), poi il fusto (figura 3) e infine i frutti (figura 4). In condizioni climatiche avverse è di difficile controllo, persino utilizzando gli agro farmaci di sintesi. In estate, quando il clima è secco e le temperature altissime (oltre 30°), la Peronospora non è in grado di danneggiare le piante di pomodoro. Eventuali problemi che si verificassero nei periodi molto caldi normalmente sono attribuibili ad altri patogeni e parassiti, come l’Alternaria (figura 5), le batteriosi (figura 6 Pseudomonas e figura 7 Xantomonas), le tracheomicosi (figura 8) e il ragnetto rosso (figura 9).
Tra gli strumenti più efficaci per limitare la Peronospora, ci sono i pomodori naturalmente resistenti della gamma Orto Mio, sia da palo che nani. Queste varietà sono aggredite più tardivamente rispetto a quelle suscettibili, facilitando la prevenzione con i prodotti bio. Tra i pomodori resistenti da impalare: il rosa Honey Moon F1 (tra i pomodori più dolci, in esclusiva per voi) (figura 10), il nuovo Ovalone Saladyn top F1, il tondo Fantasio F1 e il cuor di bue Gourmansun F1. Tra le varietà nane da salsa resistenti a Peronospora, il S. Marzano Super Roma F1, e gli ovali Rio Grande F1 e Roma F1.
Strategie per limitare la peronospora
- Utilizzare le varietà Orto Mio resistenti a Peronospora, insieme a quelle suscettibili è una strategia che offre garanzie di salvaguardare buona parte del raccolto in caso di forte pressione del fungo a causa della stagione umida.
- Nei periodi freschi e umidi è consigliabile effettuare la prevenzione, ogni 7-15 giorni, con prodotti a base di rame (da evitare con temperature inferiori agli 8°C e in caso di piogge frequenti). I trattamenti con il rame si possono alternare con chitosano, bicarbonato, fosfito di potassio. L’utilizzo dei prodotti indicati assieme alla zeolite micronizzata ne migliora l’efficacia. Da giugno a metà settembre, con temperature sopra i 30°, è possibile sostituire questi trattamenti con applicazioni di zeolite cubana, nebulizzata ogni 7-15 giorni (è anche un buon repellente per molti parassiti animali).
- In caso di infezioni peronosporiche è consigliabile eliminare le foglie più colpite, tagliandole con le forbici, prima di effettuare trattamenti curativi su tutta la vegetazione.
- Tra le buone pratiche agronomiche, utili per non favorire la Peronospora, vi è la concimazione equilibrata e graduale. È bene evitare gli eccessi di azoto (N) in singole applicazioni e in forma ammoniacale. Privilegiare l’apporto in abbinamento con il potassio (K), oppure in complessi NPK bio.
- La potatura settimanale dei getti ascellari (femminelle), nelle varietà da palo, è un aiuto per la prevenzione della Peronospora, limitando la formazione di una vegetazione troppo lussureggiante e disordinata. In questo modo, il sole e l’aria, dopo le piogge, penetrano con maggiore facilità nelle piante, favorendone una rapida asciugatura. La “sfemminellatura” facilita anche la distribuzione dei prodotti preventivi in maniera omogenea su tutta la vegetazione, migliorandone l’efficacia.
- L’irrigazione nei periodi freschi e umidi e con le piante in rapido accrescimento, deve prevedere apporti di acqua frazionati in più interventi, con quantitativi moderati, che soddisfino le esigenze delle piante per non più di 2-3 giorni. L’eccessiva disponibilità idrica determina la formazione di tessuti molto acquosi, più suscettibili all’aggressione peronosporica. Si prediliga l’annaffiatura mattutina, evitando di bagnare la vegetazione.
- Le coltivazioni protette sotto tunnel e quelle negli areali caratterizzati da una ventilazione costante, sono meno soggette agli attacchi di Peronospora, perché non sussistono le condizioni ideali per lo sviluppo del fungo.