I consigli di coltivazione
ESPOSIZIONE
L’anguria necessita di esposizione in pieno sole.
TEMPERATURA
L’anguria ama il caldo, con temperature ideali di crescita tra i 24-30°diurne e 15-20° notturne. Quando si superano i 32° per più giorni, i fiori cadono senza dare frutti. La pianta va in forte stress sotto gli 8°e può morire a 0°, quindi è fondamentale proteggerla con nylon o tnt nei trapianti più precoci. Temperature sotto i 16° in fioritura limitano l’attività delle api (come l’elevata ventosità) e possono indurre un ritardo nell’impollinazione.
TERRENO
L’anguria è pianta molto adattabile ai diversi terreni, prediligendo quelli molto fertili, ricchi di sostanza organica, ben drenati. Gradisce pH preferibilmente tra 5-6, ma cresce bene anche attorno a pH 7. Nei terreni argillosi ricchi in potassio solitamente raggiunge i massimi livelli qualitativi. Nella preparazione del suolo è importante una lavorazione profonda (30-40 cm), che nei terreni di medio impasto e forti è utile anticipare all’autunno precedente alla coltivazione, con la predisposizione di aiuole rialzate che facilitino lo sgrondo dell’acqua. È consigliabile attendere 4 anni prima di trapiantare l’anguria (o altre cucurbitacee) nei terreni dove si è coltivata in precedenza. Fondamentale utilizzare le piante innestate qualora non sia possibile rispettare la corretta tempistica di rotazione.
TRAPIANTO
Distanze: il sesto consigliato per le varietà classiche di grandi dimensioni è di 80-100 cm sulle file e 150-200 cm tra le file, mentre le mini Cometa e Luteo si trapiantano a distanza di 50 cm sulla fila e 150 cm tra le file. Utilizzando piante innestate di varietà a frutto grande e coltivandole in terreni molto fertili e ben concimati si può trapiantare a distanza di 150 cm sulle file e 300 cm tra le file.
Epoca: la messa a dimora dell’anguria va da fine marzo (protetta con nylon) a giugno. Da metà aprile a maggio è il periodo più favorevole per il trapianto in pianura, giugno in alta collina e montagna.
CONCIMAZIONE
La concimazione di fondo: l’anguria si avvantaggia notevolmente di una concimazione organica di fondo molto ricca, con letame maturo (oppure stallatico e pollina o compost), possibilmente distribuiti nell’autunno precedente la coltivazione. Se si effettua la concimazione di fondo solo in prossimità della messa a dimora, distribuire in buca un’abbondante quantità di sostanza organica (letame maturo oppure stallatico, borlanda e compost o pollina) 2-3 settimane prima del trapianto, insieme a un fertilizzante NPK ricco in potassio (es. NPK 1-1-3 oppure 2-1-3, importanti nei terreni che solitamente danno ortaggi poco gustosi). Nei suoli carenti in questo elemento, il potassio rende più dolci i frutti.
La concimazione di copertura: dopo 3 settimane dalla concimazione iniziale, si potrà intervenire con fertilizzante minerale NPK (1-3-1 se la pianta vegeta con buon vigore, oppure 3-2-1 se la vegetazione è stentata). In fase di ingrossamento dei frutti, un paio di interventi con un fertilizzante ricco in potassio (es. 1-1-3) favorirà un buon grado zuccherino.
La concimazione di soccorso: è importante nei casi in cui la crescita delle piante si arrestasse, a causa di stress ambientali o carenze nutrizionali. Consiste nell’irrigare le piante con stallatico macerato in acqua (o pollina macerata), settimanalmente, fino alla ripartenza delle piante.
IRRIGAZIONE
L’anguria necessita di annaffiature regolari durante tutto il ciclo di coltivazione. È sempre fondamentale evitare i ristagni, permettendo al terreno di asciugarsi in superficie prima di ogni intervento. Solitamente si irriga 2-3 volte a settimana: frequenza e quantità variano in base alle caratteristiche del terreno, alla fase di sviluppo delle piante e all’andamento climatico. Dal trapianto a inizio fioritura la frequenza delle bagnature sarà inferiore, attendendo che le piante mostrino un leggero stress prima dell’irrigazione successiva (quando alcune piante inizieranno ad appassire a mezzogiorno, annaffiare). L’anguria richiede molta più acqua dall’inizio della fioritura all’ingrossamento dei frutti. In queste fasi le piante non dovranno mai andare in carenza. Quindi se il terreno permette 2 interventi settimanali, le quantità di acqua dovranno essere abbondanti (anche 10 litri per pianta per irrigazione). L’apporto d’acqua verrà ridotto notevolmente o sospeso 7 gg prima della raccolta, per favorire la dolcezza dei frutti e ridurre il rischio di spaccature.
CURE COLTURALI
Pacciamatura: l’anguria si avvantaggia della pacciamatura del terreno con nylon, in particolare nei trapianti precoci (attenzione, con la pacciamatura ridurre gli apporti idrici nei periodi freschi!).
Protezione con Nylon: nei trapianti precoci (da febbraio a metà aprile) la copertura con nylon (foto 1), appoggiato sopra le piante su archetti, stimola la crescita e riduce i rischi di danni da freddo. Con l’aumento delle temperature diurne, è consigliato effettuare piccoli tagli laterali del nylon (foto 2), oppure arieggiare i tunnel nelle ore più calde del giorno. Il nylon andrà rimosso con temperature notturne stabilmente sopra i 15°.
Protezione con TNT: dalla metà di aprile, dopo il trapianto, riparare le piantine per 20 giorni con tnt bianco (appoggiato su archetti), per favorire una crescita rigogliosa e prevenire gli attacchi di parassiti come gli afidi. La protezione con TNT, per 20 gg, è molto importante anche nei trapianti di maggio e giugno.
RACCOLTA
A seconda della varietà, l’anguria matura tra i 60 e i 90 giorni dal trapianto. Per evitare di raccogliere frutti acerbi oppure passati di maturazione è necessario osservare più segnali:
La buccia: nei frutti maturi si nota un leggero cambiamento di colore, più evidente al confronto con i frutti più acerbi (foto 3). Quelli maturi solitamente schiariscono un po’ e diventano più opachi (foto 4). La superficie a contatto con il terreno ingiallisce.
Il peduncolo: il gambo dei frutti maturi “perde il pelo” diventando più stretto alla base e leggermente infossato nel frutto.
Il cirro: il ricciolo verde vicino al peduncolo spesso si secca quando l’anguria è matura.